domenica 28 settembre 2008

Lingua quechua

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Il quechua, kichwa o runasimi (runa = "uomo" + simi = "lingua", letteralmente "bocca") è una lingua nativa americana del Sud America. Fu la lingua ufficiale dell'impero Inca, ed è attualmente parlata in vari dialetti da circa 9,6 milioni di persone nella zona occidentale del Sud America, inclusa la Colombia meridionale e l'Ecuador, tutto il Perù e la Bolivia, la parte nord-occidentale dell'Argentina e quella settentrionale del Cile.

Oggi è la lingua nativa americana più estesa in tutto il mondo e la quarta lingua più estesa nel continente. È seguita dall'aymara e dal guarani. È lingua ufficiale in Perù e Bolivia assieme allo spagnolo e all'aymara.

È una lingua agglutinante sintetica nel quale né l'accento né il tono della voce modificano il significato della parola. Alcuni studiosi la considerano una famiglia di lingue.

Estratto: il Padre Nostro

Yayayku hanaq pachapi kaq,
sutiyki yupaychasqa kachun.
Kamachikuq-kayniyki takyachisqa kachun,
munayniyki kay pachapi ruwakuchum,
Imaynan hanaq pachapipas ruwakun hinata.
Sapa p'unchay mikhunaykuta quwayku.
Huchaykutapas pampachawayku,
imaynan ñuqaykupas contraykupi huchallikuqniykuta panpachayku hinata.
Amataq watiqasqa kanaykuta munaychu,
aswanpas saqramanta qispichiwayku.
Qanpan kamachikuq-kaypas, atiypas,
wiñaypaqmi yupaychasqa kanki.

Storia [modifica]

Il quechua discende dal protoquechua, lingua che si parlava nella costa e nella sierra centrale dell'antico Perù e che si espanse fino al sud. Quando gli Inca si stabilirono nella zona di Cuzco, venne addottata questa lingua, sebbene essi parlassero il puquina. Nell'annettere i diversi popoli andini, gli Inca, imposero l'apprendimento obbligatorio del quechua, mantendendo le lingue dei conquistati come dialetti.
Durante il Vicereame del Perù, il quechua venne utilizzato come strumento per aumentare l'influenza degli Inca sui popoli andini e su quelli amazzonici.
Questa espansione, unita alla mancanza di un ente regolatore, propiziò la diversificazione dell'idioma in dialetti influenzati dallo spagnolo o dalle lingue autoctone regionali.
Tra le persone che parlano quechua, stanno sorgendo movimenti linguistici locali per la difesa della lingua. Inoltre, c'è un'intensa attività di poesia contemporanea quechua, soprattutto lirica.

Etimologia [modifica]

Quechua è la trascrizione spagnola della parola qishwa, che significa zona temperata. La parola nativa per l'idioma è runasimi (runa = uomo, simi = idioma) o sea, linguaggio umano.
Alcuni popoli adottarono il nome di quechua a causa del loro idioma, soprattutto i più settentrionali e influenzati dallo spagnolo. Anche i dialetti dell'Ecuador vengono chiamati quichua o kichwa a causa di una retrotrascrizione. Inoltre vi sono alcuni, come coloro che parlano gli idiomi della Colombia, che lo chiamano inka.

Distribuzione [modifica]

Questo idioma si parla in Perù, nel dipartimento di Nariño (Colombia), Ecuador, Bolivia, nel nord-est dell'Argentina e nella provincia di El Loa (Cile).

Dialetti [modifica]

Distribuzione geografica dei sottogruppi dialettali del quechua
Distribuzione geografica dei sottogruppi dialettali del quechua

A causa della sua antichità e della sua ancestrale grafia (durata almeno fino alla metà del XX secolo, la lingua ha ben 46 dialetti differenti raggruppati in due rami: Quechua I (o Waywash) e Quechua II (o Wanp'una). Quest'ultimo si divide, a sua volta di tre sotto-rami: A (Yunkay), B (Chinchay) e C (Meridionale).
Il linguista peruviano Alfredo Torero Fernández de Córdova, inoltre, li ha raggruppati in sette tipi:

Tipologia [modifica]

Fonetica [modifica]

Vocali [modifica]

Il quechua è pentavocalico, cioè cinque vocali (a, e, i, o e u) che possono essere modificate in presenza di particolari consonanti senza alcuna implicazione semantica. In presenza delle occlusive uvulari q, q' e qh, le vocali si pronunciano [ɑ], [e] e [o] rispettivamente, anche se vengono comunque scritte come a, i e u. Questo fenomeno si chiama allofonia.
Nei dialetti del nord si verificano allargamenti di vocali, rappresentati da una dieresi sopra le tre vocali, ottenendo: ä, ï, ü.

Consonanti [modifica]


labiale alveolare palatale velare uvulare glottale
occlusiva p t ch k q
fricativa
s

x h
laterale
l ll


vibrante
r



nasale m n ñ


semivocale w
y


semplice glotizzata aspirata
p p' ph
t t' th
ch ch' chh
k k' kh
q q' qh

Il quechua usa 16 consonanti, con una bassissima o nulla variabilità fonetica. Nel caso di consonanti occlusive, si presentano tre forme: semplice, glottizzata e aspirata.
Nei dialetti Wanp'una, che rappresentano quelli più parlati, la glottalizzazione o aspirazione della consonante, cambia il significato della parola, vengono quindi considerate come consonanti separate. Per esempio qata, q'ata e qhata significano, rispettivamente, coperta, torbido, pendio.
Al termine di una parola, in questi dialetti, la lettera q suona come [χ]. Per esempio warayoq (sindaco) si pronuncerà [wa.ɾaˈyoχ]. Nei dialetti parlati a Cuzco e in Bolivia, la q nel finale di parola suona come [ɦ]. Ad esempio llaqta (città) si pronuncerà [ˈllɑɦ.ta]
Inoltre, in alcuni dialetti Waywash di Ancash e Huánuco, la lettera q varia il fonema da sordo occlusivo [q] in sonoro fricativo [ʁ], con i medesimi effetti allofonici e s in [ʃ]. Queste variazioni marcano notevolmente l'intellibilità interdialettale, come in sunqu (cuore) che verrà pronunciato come [ˈsoŋ.qo] a Cusco e come [ˈʃoŋ.ʁo] a Sihuas. Non esistono altri casi di consonanti occlusive sorde, come [b], [d] o [g], salvo in alcuni prestiti dallo spagnolo, come bindiy, da vender (vendere) o Diyus da dios (dei); tuttavia si preferiscono sempre forme meno xenofoniche, come inlisiya per iglesia (chiesa).

Grammatica [modifica]

Nomi [modifica]

Pronomi [modifica]


Numero
Singolare Plurale
Persona Prima Nuqa Nuqanchis (inclusivo)

Nuqayku (esclusivo)

Seconda Qan Qankuna
Terza Pay Paykuna

In quechua si usano sette pronomi personali. In quechua c'è la caratteristica singolare di avere due pronomi per la prima persona plurale: viene fatta la differenza tra il pronome inclusivo (come in italiano, nel noi è considerato anche il tu, "noi" e "tu"), dal pronome esclusivo ("noi" senza "tu"). Un'altra caratteristica è quella che viene aggregato agli altri pronomi, il suffisso -kuna per pluralizzarli.

Aggettivi [modifica]

Gli aggettivi seguono il sostantivo. Gli aggettivi quechua non ammettono il genere e il numero, accettano, comunque, declinazioni quando accompagnati da sostantivi.

  • Numeri.
    • Cardinali: ch'usaq oppure illaq (0), huk (1), iskay (2), kinsa (3), tawa (4), pisqa (5), suqta (6), qanchis (7), pusaq (8), isqun (9), chunka (10), chunka huk niyuq (11), chunka iskay niyuq (12), iskay chunka (20), pachak (100), waranqa (10.000), hunu (1.000.000), lluna (1.000.000.000.000)
    • Ordinali. Per formare il numero ordinale, viene posto il termine ñiqi (o anche ñiqin) al numero cardinale (ad esempio iskay ñiqin=secondo). L'unica eccezione è che, al posto di huk ñiqin (primo) si può anche usare Ñawpaq ñiqin quando lo si intende più come iniziale, primario, il più antico piuttosto che primo nella numerazione.

Verbi [modifica]


Presente Passato remoto Futuro Passato prossimo
Nuqa -ni -rqa-ni -saq -sqa-ni
Qan -nki -rqa-nki -nki -sqa-nki
Pay -n -rqa-n -nqa -sqa
Nuqanchis -nchis -rqa-nchis -sun -sqa-nchis
Nuqayku -yku -rqa-yku -saq-ku -sqa-yku
Qankuna -nki-chis -rqa-nki-chis -nki-chis -sqa-nki-chis
Paykuna -n-ku -rqa-nku -nqa-ku -sqa-ku

La forma all'infinito porta il suffisso -y (much'a=bacio; much'ay=baciare).

Gli altri tempi e altre forme verbali si formano anteponendo altri prefissi. Ad esempio -hti- per il condizionale. A queste se ne antepongono altre, come -ku-, per la forma riflessiva nel caso in cui l'attore e colui che subisce l'azione coincidano (ad esempio:wañuy=morire, wañukuy=suicidarsi); -naku-, quando l'azione è mutua (ad esempio: marq'ay= abbracciare marq'anakuy= abbracciarsi), e -chka- per il gerundio o per rendere la forma continua (ad esempio kay=essere, kachkay=stare e mikhuy=mangiare; mikhuchkay=mangiando).

Particelle [modifica]

Si tratta di parole non declinabili che non accettano suffissi. Sono relativamente rari. I più comuni sono ari (sì) e mana (no). Quest'ultimo ha una forma rafforzativa con il suffisso -n (manan). Sono frequenti anche le espressioni yaw (ciao) e alalaw (che freddo!). Ci sono anche alcune espressioni derivate dallo spagnolo (ad esempio piru deriva da pero, che significa però).

Sintassi [modifica]

È una lingua di tipo sintattico Soggetto Oggetto Verbo. In una frase, generalmente, sarà quindi questo l'ordine. Alcune caratteristiche sintattiche sono:

  • [aggettivo] + [sostantivo] (Sumaq t'tita=bel fiore)
  • [possessore] + [posseduto] (Urpita punkun=la porta di Urpi)
  • [preposizione subordinata] + [nucleo] (Mikhuyta muan=occorre mangiare)

Vocabolario [modifica]

Come riflesso di una cultura che ebbe un notevole sviluppo nel campo dell'ingegneria agraria, il quechua contiene molti vocaboli vocaboli inerenti specie piante e animali. Sono presenti numerosi vocaboli riguardanti anche le tecniche utilizzate, alcune delle quali ancora in essere.
Sono altresì importanti le parole di relazioni interpersonali che costituiscono una parte molto amplia dell'idioma. Sono presenti molti suffissi di cortesia.
Sebbene si possa notare una relativa semplicità nei vocaboli soggettivi, si ricorre spesso alla metafora.

Scrittura [modifica]

Si dibatte spesso se esistesse la scrittura nel periodo preispanico. Si pensa che i quipu (sistema di corde di lana e nodi utilizzati per comunicare) e i tokapu potessero essere gli strumenti per una sorta di scrittura del quechua. In realtà gli studi su questi strumenti sono ancora in alto mare. I cronisti coloniali impiegarono diverse forme per rappresentarla con la grafia spagnola, senza avere nessun riscontro e senza rappresentarla in modo scientifico.
Il 29 ottobre 1939 si approva a Lima (Perù), durante il Congersso Internazionale degli Americanisti, un alfabeto per le lingue aborigene americane, che consta di 33 segni.
Il 29 ottobre 1946, il Ministero dell'Istruzione del Perù, approva l'alfabeto delle lingue quechua e aymara, con 40 segni utilizzabili negli abbecedari per l'alfabetizzazione rurale pensata dall'ente.
Nell'agosto del 1954, durante il III Congresso Indigenista Interamericano, a La Paz (Bolivia), viene approvato l'alfabeto fonetico per le lingue quechua e aymara.
Nel 1975, il Ministero dell'Istruzione peruviano nomina una Commissione di Alto Livello per realizzare la Legge di Ufficializzazione della Lingua Quechua. Contiene l' Alfabeto Basico Generale del Quechua, approvato dal Ministero mendiante la Risoluzione Ministeriale n. 4023-75-ED.
Questo alfabeto, che è quello utilizzato attualmente, impiega l'alfabeto latino. La grafia, fatta eccezione per le vocali u e i, rimane invariata (mantiene una sola pronuncia). L'utilizzo del punto interrogativo è solo didattico, in quanto in quechua si usano i suffissi -chu, -tah e -ri. Analogamente, anziché il punto esclamativo, viene utilizzato il suffisso -ma.


sabato 27 settembre 2008

la lingua della canzone è

QUECHUA.

tutto il mio quechua è composto dalla parola tumaicusu (brindiamo) e da una parolaccia! (fonte: uno dei fratelli di mia moglie)

nel prossimo post mi riprometto di fare una breve presentazione della lingua

venerdì 26 settembre 2008

questo è il mio diario di viaggio
il diario di un viaggio che devo ancora fare
la cui prima tappa è prevista per quest estate
il diario di un viaggio che è cominciato 3 anni fa
quando ho conosciuto mia moglie

un casino di fratelli e cugini
musica latino americana
pollo patate riso birra


questo blog è una raccolta di cose a caso sul perù
fino a quando non conterrà le foto che farò di persona

dall altra parte dell oceano



ecco un video a caso sul perù
la lingua è quechua




Pampas Tayacaja
Huancavelica

Perù

il paese dove è nata

lei viene da qui


poi ci si è messo di mezzo il destino.
come diceva l alquimista, quando un uomo desidera ardentemente una cosa, tutto l universo cospira perchè questa si realizzi. e così, visto che io non andavo in sudamerica, il sudamerica è venuto da me. è venuto in forma di un angelo dalla pelle scura, in forma di donna. dai capelli neri come la notte e il cuore grande come l america.

sabato 20 settembre 2008

ho in mente un sogno. ce l ho da quando sono ragazzino. niente di originalissimo per dir la verità.... il solito viaggio di formazione, alla scoperta del mondo e di se stessi. sulla falsa riga del kerouak. ma in moto. e in uno scenario diverso da quello del coast to coast statunitense. lo scenario è quello del sudamerica. il giro del sudamerica in moto mi volevo fare. ecco che cosa. col mio vecchio 125 blu. la natura selvaggia e diversissima, i colori e le musiche, la gente calda del sudamerica, il deserto, la giungla, il sole, le montagne, le donne che ballano i balli che hanno nel sangue, i cactus, la birra. e io col mio 125 blu che ci passo in mezzo e bevo e assaporo tutto questo. lo volevo fare alla fine delle superiori. poi lo volevo fare alla fine dell università. poi ho smesso di pensarci. è rimasto solo un sogno.