venerdì 12 dicembre 2008
ogni tanto mi capita di mangiar peuviano, mi piacerebbe tenere anche un ricettario delle cose che mi capita di mangiare e aggiornarlo ogni volta che mi capita di mangiare un piatto nuovo ma fino a ora non ci avevo pensato. ne avrei già un bel po, ma tant'è, cominciamo dalla mazamorra morada.
da wikipedia:
Mazamorra morada
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Mazamorra morada servida sin adornos
La mazamorra morada es un postre típico del Perú elaborado a base de maíz morado concentrado con fécula. Este postre se prepara especialmente en el mes de octubre, en donde se conmemora el mes del Señor de los Milagros.
El consumo de mazamorra morada está muy extendido, existiendo puntos de venta en la calle que venden porciones de este y otros postres tradicionales de la gastronomía peruana, como por ejemplo el arroz con leche, el arroz zambito, la mazamorra de calabaza y el champus.
La porción de «mazamorra morada» acompañada de «arroz con leche», servidos en partes iguales en un mismo recipiente, es conocida como «clásico» en alusión al clásico del fútbol peruano entre los clubes Alianza Lima y Universitario de Deportes.
Ingredientes [editar]
* 1 kilo de maíz morado
* 4 litros de agua
* 1 rama de canela
* 6 clavos de olor
* Cáscaras de una piña
* 2 membrillos picados
* 2 manzanas picadas
* 1½ taza de azúcar
* 1 taza de guindas
* 1 taza de guindones
* 1 taza de huesillos
* 2 tazas de piña en cubos
* 7 cucharadas de harina de camote
* Jugo de 3 limones
* Canela molida
Preparación [editar]
Cocine el maíz morado desgranado con sus corontas en agua con la canela, los clavo de olor, las cáscaras de piña, el membrillo y la manzana, hasta que los granos de maíz morado estén abiertos, aproximadamente treinta minutos.
Cuele, agregue, el azúcar, la fruta seca, la piña y regrese a fuego lento para que cocine durante treinta minutos. Añada la harina de camote disuelta en agua fría de piña y mueva por 15 minutos. Al final agregue el jugo de los limones y cocine cinco minutos moviendo constantemente. Sirva caliente y espolvoree canela molida.
venerdì 14 novembre 2008
ho provato l emozione del volo. parecchio tempo fa ormai. il parapendio sulle montagne di albino. e il paracadute anche. a verona.
un'emozione incredibile. molto vicina al sogno.
il sogno ora è quello di riprovare quest emozione negli spettacolari paesaggi del perù. delle ande. o magari sopra le linee di nazcaa.
comunque tutto questo mi ha fatto venire in mente la storia di un uomo che avevo sentito tempo fa. una storia ambientata non a caso tra l'italia e il perù. un uomo con la passione del volo. un campione del volo. che tra l altro aveva il sogno della reintroduzione dei condor nel loro ambiente naturale. un documentario commovente che parlava della missione di quest uomo e dell amicizia coi suoi 2 condor.
non a caso chiamati
INCA
e
MAYA
la storia incredibile di quest uomo che insegna a volare a questi due fantastici animali nati per volare
la storia commovente di quest uomo che muore prima di aver realizzato il suo sogno e di sua moglie che invece di piangere il suo uomo riprende in mano il suo sogno e lo realizza per lui
angelo d'arrigo
domenica 2 novembre 2008
PERUDO
che passo a presentare
PERUDO
antico gioco di dadi peruviano
dal sito:
www.perudo.it
STORIA E PRESENTAZIONE DEL GIOCO:
Perudo è un antico gioco di dadi peruviano, risalente addirittura all'epoca degli Incas, nel XV secolo (1400). In verità vanta ascendenze di vario genere, anche presso molti popoli Indiani delle praterie del Nord America, fra i quali era praticato un gioco analogo, chiamato "Mocassino".
Dal Perù sarebbe approdato in Spagna grazie ai Conquistadores, per poi diffondersi in tutto il mondo. Attualmente non siamo in possesso di dati che possano confermare origini così precoci, ma ciò nulla toglie al fascino e alla bellezza di questo gioco.
Perudo è un gioco di dadi e questo è già sufficiente per capire che è un gioco dove l'abilità e la fortuna convivono, amalgamati dalla sottile psicologia del bluff. A questi ingredienti, aggiungete il meccanismo a eliminazione, per il quale i giocatori vengono progressivamente eliminati dal gioco, fino a quando non ne rimane soltanto uno.
Perudo è un gioco semplice, spassoso ed adatto ad ogni tipo di giocatore. Il regolamento è semplicissimo in meno di 5 minuti si imparano tutte le regole e si è subito pronti per giocare anche se un round di prova è consigliato. Perudo è inoltre un ottimo modo per trascorrere dei momenti in allegria con degli amici, senza stare troppo a pensare. Ma solo a bluffare! Tutti i giocatori sono costantemente coinvolti, quindi Perudo è anche un ottimo mezzo per socializzare.
BREVE DESCRIZIONE:
Ciascun giocatore ha un bussolotto e un gruppo di 5 dadi. Si mettono i dadi dentro al bicchiere, si scuote e si capovolge, facendo attenzione a mantenere i propri dadi nascosti sotto al bicchiere. In ogni caso, ogni giocatore sa soltanto quello che c'è sotto il suo bicchiere.
Nel Perudo i dadi sono considerati per il loro effetivo valore numerico su cinque facce - i numeri da 2 a 6. Mentre sulla sesta faccia c'è il numero 1 che viene detto "Testa di Azteco" e può valere anche come Jolly.
Se siete voi a cominciare, fate la vostra scommessa: scegliete un numero e dite quante volte è uscito sui dadi tirati da tutti i giocatori.
Il turno passa al giocatore alla vostra sinistra. Questi ha due possibilità:
• Credere alla vostra scommessa e rilanciare, facendo una scommessa che dovrà avere un valore più alto;
• Dubitare
nel secondo caso tutti alzano i bicchieri e si conta il numero dei dadi del valore della scommessa fatta se la scommessa era esatta chi ha dubitato perde un dato altrimenti lo perde chi aveva fatto la scommessa dopodichè si inizia un nuovo round e così via finchè non rimane in gioco un solo giocatore.
REGOLAMENTO DETTAGLIATO:
Scopo del gioco e preparazione
Ogni giocatore inizialmente ha 5 dadi, ogni round qualcuno perderà un dado. Il vincitore sarà l'ultimo giocatore a rimanere in gara con almeno un dado.
Prima di cominciare a giocare a Perudo, dovete avere tutti un bussolotto e cinque dadi. Decidete chi comincia a giocare tirando un dado ciascuno. Comincia chi ottiene il numero più alto. In caso di parità tutti i giocatori rilanciano i dadi.
Come si gioca
Per giocare a Perudo, tutti i giocatori contemporaneamente mischiano i propri dadi nel bussolotto, che poi capovolgono sul tavolo in modo che copra tutti e cinque i dadi. Ogni giocatore guarda poi i propri dadi, tenendoli nascosti agli altri giocatori.
Il primo giocatore deve scegliere un numero e dire quante volte è uscito sui dadi tirati da tutti i giocatori. Proprio qui stanno la fortuna e l'abilità! Prima di fare la vostra scommessa, è necessario che teniate in mente due cose.
• Quanti dadi in totale sono in gioco. Attenzione: questo sarà sempre più difficile man mano che il gioco va avanti e che i giocatori perdono i propri dadi.
• Tutte le teste dell'Azteco valgono come Jolly. Attenzione: questo rende ancora più difficile fare dei pronostici verosimili su quante volte un numero ricorre.
Esempio:
Avete ottenuto: due 4, un 5, un 2 e un Azteco. In una partita con sei giocatori vi è un totale di trenta dadi in gioco. Dunque è probabile che lo stesso numero si ripeta circa cinque volte sui dadi. Potreste scommettere su otto con una buona possibilità di indovinare, o, se volete rischiare, scommettere su nove, mettendo in difficoltà il giocatore successivo la cui scommessa, relativa a qualsiasi numero, dovrà essere più alta.
Il turno del giocatore successivo: Il turno passa al giocatore alla vostra sinistra. Questi ha due possibilità:
• Credere alla vostra scommessa e rilanciare, facendo una scommessa che dovrà avere un valore più alto;
• Dubitare la vostra scommessa
Rilancio:
Se si decide a di fare una scommessa più alta, ci sono due possibilità:
• La prima è scommettere che lo stesso numero scelto dal giocatore precedente o un qualsiasi altro numero compaia sui dadi per un totale di volte più alto rispetto a quanto scommesso da quel giocatore oppure che un numero superiore a quello su cui ha scommesso il giocatore precedente compaia sul totale dei dadi per un numero pari o superiore di volte.
Esempio:
Il giocatore precedente ha scommesso sul numero tre presente otto volte. Voi potete o scommettere che questo stesso numero (cioè il 3) o un qualsiasi altro numero (cioè il 2, il 4, il 5 o il 6) appaia nove o più volte, o scommettere che un numero superiore a 3 appaia almeno otto volte (ad esempio otto 4, otto 5 oppure otto 6).
• In alternativa, potete scommettere basandovi sulle teste dell' Azteco. Dato che le teste dello Azteco valgono come Jolly e si possono contare solo per conto proprio, la vostra scommessa deve essere almeno pari a metà di quella del giocatore precedente, se si tratta di un numero pari, oppure deve corrispondere almeno alla metà più uno se si tratta di un numero dispari (in sostanza la metà arrotondata per eccesso)
Esempio:
Il giocatore precedente ha scommesso su nove 4. Il numero di teste dell'Azteco su cui potete scommettere deve essere di conseguenza cinque o maggiore di cinque.
Dubitare la scommessa:
Se non credete al giocatore precedente, potete dubitare della sua scommessa dicendo Dubito.
Dubitare vi dà la possibilità di provare a scoprire un bugiardo anzichè essere voi stessi costretti a bluffare. Cominciando da chi sta alla vostra sinistra, ogni giocatore alza il proprio bussolotto e mostra i propri dadi.
Si conta quante volte ricorre il numero in questione (comprese le teste dell' Azteco) fino a provare che avete ragione oppure torto. Se si scopre che il numero dubitato ricorre un numero di volte pari o maggiore di quanto scommesso dal giocatore precedente, perdete la scommessa e, di conseguenza, un dado. In caso contrario, siete voi a vincere la scommessa e sarà il giocatore precedente a perdere un dado.
Esempio:
Il giocatore precedente ha scommesso su nove 4, ma voi dite Dubito. Contate i 4 e scoprite che ve ne sono solo otto. Di conseguenza, il giocatore che avete sfidato perde un dado. Se, alzando i bussolotti, si fossero trovati nove o più 4 (comprese le teste dell'Azteco), avreste perso voi un dado!
I dadi e il nuovo round
Quando perdete dei dadi, toglieteli dal gioco, mettendoli nella bustina, in modo che nessuno li possa vedere, il gioco continua verso sinistra, cominciando dall'ultimo giocatore che ha perso un dado. Quando perdete il vostro ultimo dado uscite dal gioco e la partita continua con il giocatore alla vostra sinistra. Alla fine della scommessa, tutti i giocatori mischiano nuovamente i propri dadi nei bussolotti e si svolgerà un altro round, un altro giocatore perderà un dado e così via fin tanto che non rimarrà solo un giocatore.
Nota sulle teste d'Azteco
Se il vostro turno viene dopo quello di un giocatore che ha scommesso sulle teste dell'Azteco voi potete o scommettere su un numero più alto di teste dell'Azteco o tornare a scommettere sui numeri, nel qual caso la vostra scommessa deve essere almeno pari al doppio del numero di teste dell'Azteco su cui si è appena scommesso, più uno.
Esempio:
Il giocatore precedente ha scommessa su "quattro teste di Azteco".
Voi potete o scommettere su "cinque o più teste d'Azteco" o su nove o più di un qualsiasi altro numero.
Jolly:
Ricordate che le teste dell'Azteco sostituiscono qualsiasi numero in tutte le partite ad eccezione di quando un giocatore si è dichiarato "Palifico" (vedi paragrafo successivo).
Questo significa che le teste dell'Azteco vanno considerate come il numero scelto dal giocatore di turno e vanno calcolate nel totale alla fine di ogni round.
Non si può iniziare un round scommettendo subito sulle teste d'Atzeco.
Vi ricordo nuovamente che per passare da una scommessa di numeri ad una scommessa di teste bisogna dimezzare arrotondando per eccesso mentre per passare da una scommessa di teste ad una di numeri bisogna raddoppiare e aggiungere uno.
Palifico
Appena perdete il vostro quarto dado, dovete dichiararvi Palifico. Questo vi dà il diritto di iniziare il round successivo come al solito, ma comporta che non si potrà cambiare il numero su cui avete scommesso.
I giocatori che vengono dopo di voi possono solo aumentare la scommessa su quel numero. Attenzione: quando un giocatore si e dichiarato Palifico, durante quel round le teste dell'Azteco non valgono come Jolly.
Potete dichiararvi Palifico una sola volta in ogni partita. Ad ogni modo, se anche un altro giocatore, nello stesso round, ha un solo dado, quest'ultimo potrà eventualmente cambiare il numero su cui si sta scommettendo.
Esempio:
Dopo esservi dichiarato Palifico scommettete su tre 4. Gli altri giocatori possono solo aumentare la scommessa sul numero di volte in cui 4 ricorre. In alternativa, uno qualunque di loro può dire "Dubito" in qualsiasi momento lo ritenga opportuno.
I giocatori precedenti hanno scommesso su un 2 e su due 2. Voi, che avete un solo dado, a questo punto potete scommettere su due 3. In questo caso, ogni giocatore successivo (a meno che anch'egli sia già stato Palifico) deve scommettere sullo stesso numero del giocatore precedente.
Continua lo stesso round: un 2; due 2; due 3; il giocatore che viene dopo di voi deve scommettere su tre o più 3, a meno che sia stato anch'egli Palifico.
quando si rimane in soli 2 giocatori e uno dei due deve iniziare il round con un solo dado questo può decidere prima di vedere il dado se fare un round normale o dichiararsi Palifico
Osservazioni
Chi vince?
Il vincitore è l'ultimo giocatore rimasto in gara con almeno un dado.
Cosa si intende per round?
Un round inizia quando tutti i giocatori mischiano i loro dadi e fanno le loro scommesse a turno, fino a quando viene messa in dubbio la scommessa di un giocatore. Dunque il round finisce quando un giocatore dichiara "Dubito".
Mostrate i vostri dadi!
Quando un giocatore dichiara "Dubito", i giocatori, partendo da quello alla sua sinistra, devono sollevare ad uno ad uno i loro bussolotti in senso orario. Se prima che tutti i giocatori abbiano mostrato i propri dadi si scopre che la scommessa era esatta, non sarà necessario che gli altri giocatori mostrino i propri dadi.
In questo modo essi acquistano il vantaggio di non dover mostrare quanti dadi sono rimasti loro e di non dover rivelare la propria strategia, cioè se stanno bluffando o no.
Bluff
L'arte per vincere in questo antico gioco peruviano sta nel sapere quando e come bluffare. I giocatori di Perudo più esperti raramente dubitano sulle scommesse degli altri all'inizio di un round, ma aspettano piuttosto che le scommesse siano così alte da rischiare di essere sfidati loro stessi da un altro giocatore.
Le teste dell'Azteco
Si può scommettere sulle teste dell'Azteco in qualsiasi momento del round ma non si può mai iniziare un round con una scommessa sulle teste d'Azteco. E' opportuno scommettere sulle teste dell'Azteco quando la scommessa non è abbastanza alta da richiedere il Dubito, ma è troppo alta perchè la si possa aumentare con ragionevole sicurezza.
Cercate di ricordare quanti dadi sono usciti dal gioco!
I dadi persi vengono via via eliminati dal gioco durante ogni turno. Nel momento in cui i giocatori perdono dei dadi, i giocatori più esperti saranno in grado di ricordarsi esattamente quanti sono rimasti in gioco, e fare così le loro scommesse con maggiore precisione.
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in questo free browser game amatoriale, la possibilità di giocare a PERUDO nelle vesti di un pirata:
(referrer: kelore)
domenica 26 ottobre 2008
mercoledì 22 ottobre 2008
domenica 19 ottobre 2008
sono 3 anni che non mi perdo questa cerimonia religiosa con annessa festa seguente in stile sudamericano classico-
la prima è stata subito dopo aver conosciuto mia moglie-
è una festa tra le più importanti di tutto il perù a risonanza nazionale e con forte connotazione religiosa-
quest anno ci siamo svegliati troppo tardi-
ce la siamo persa, sarebbe stata la quarta-
peccato avrei inserito qualche bella foto
da wikipedia:
Il Signore dei Miracoli (in lingua spagnola: Señor de los Milagros de Nazarenas) è un dipinto murale raffigurante Gesù crocifisso, venerato a Lima, Perù. È una tradizionale celebrazione religiosa in Perù e nella comunità peruviana nel mondo.
Nel 1655 un terremoto devastò la città di Lima riducendo in macerie la maggior parte degli edifici. Il muro sul quale si trovava il dipinto di Gesù crocifisso fu risparmiato e sopravvisse anche ai successivi sismi. I cittadini iniziarono a pregare con devozione l’immagine e a ottenere da essa guarigioni e grazie: questo fece sì che il dipinto fosse considerato miracoloso e chiamato, appunto, “Signore dei Miracoli”.
Il 14 settembre 1671, davanti alla raffigurazione del Cristo crocifisso, si svolse la prima Messa; nel 20 ottobre del 1687 dopo l’ennesimo terremoto che risparmiò il dipinto, i fedeli fecero una copia in tela del murale e iniziarono a portarla in processione per le strade del quartiere di Pachacamilla. Dal 1747 viene portata in corteo anche la tela della “Madonna della Nube”, che sembra sia apparsa a Quito in Equador nel 1696. Nel 1715 l’autorità della capitale peruviana dichiarò il “Signore dei Miracoli” patrono e custode della città di Lima.
+ nel dettaglio, da un altro sito:
Nel 1867 ancora un terremoto distrusse la città di Callao e parte di Lima. I fedeli vollero una copia della sacra immagine da portare in processione. Da allora il 18 e il 19 Ottobre ogni anno i peruviani in qualsiasi parte del mondo celebrano la festa del Señor de los Milagros con una interminabile processione ricca di fede e di folklore. Chi ha visto l'immagine ha notato che nel retro del quadro è raffigurata una immagine della "Madonna della Nube". Raccontano che la Madonna della Nube apparve nel 1696 a Quito in Ecuador. Dal 1747 l'immagine fa parte del quadro del Señor de los Milagros come dimostrazione di riconoscenza per Madre Antonia Lucia dello Spirito Santo, ecuatoriana, fondatrice dell'Istituto delle Nazarene che a Lima custodiva la venerata immagine del Señor de los Milagros. Il Monastero delle Madri Nazarene Carmelitane Scalze tuttora esiste. Il 21 Settembre 1715 l'autorità civile peruviana ha riconosciuto El Señor de los Milagros Patrono e Custode della città di Lima. segnalo anche:
Racconta la tradizione che il 13 Novembre 1655 un terremoto devastò Lima. Dalle macerie emerse intatto un fragile muro sul quale uno schiavo angolano aveva dipinto Gesù Crocifisso. Seguirono altri terremoti e l'affresco non fu mai scalfito. Il fatto prodigioso si impose all'attenzione della gente e richiamò folle di pellegrini da ogni parte. Si verificarono miracoli. Le autorità tentarono invano di cancellare il dipinto, ma la devozione si estese a macchia d'olio. Viene ricordato il nome di Antonio León, guarito da un brutto male, il quale si dedicò alla diffusione della devozione del Señor de los Milagros. Il quartiere del dipinto si chiamava Pachacamac, e El Señor de los Milagros si chiamò anche El Señor de Pachacamac.
http://www.arzobispadodelima.org/mesmorado/
http://www.hermandaddelsenordelosmilagrosdenazarenas.org/
http://www.hsmsanjoseca.org/
curiosità:
il colore della festa del senor de los milagros è il viola
non lo so il perchè
domenica 28 settembre 2008
Lingua quechua
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il quechua, kichwa o runasimi (runa = "uomo" + simi = "lingua", letteralmente "bocca") è una lingua nativa americana del Sud America. Fu la lingua ufficiale dell'impero Inca, ed è attualmente parlata in vari dialetti da circa 9,6 milioni di persone nella zona occidentale del Sud America, inclusa la Colombia meridionale e l'Ecuador, tutto il Perù e la Bolivia, la parte nord-occidentale dell'Argentina e quella settentrionale del Cile.
Oggi è la lingua nativa americana più estesa in tutto il mondo e la quarta lingua più estesa nel continente. È seguita dall'aymara e dal guarani. È lingua ufficiale in Perù e Bolivia assieme allo spagnolo e all'aymara.
È una lingua agglutinante sintetica nel quale né l'accento né il tono della voce modificano il significato della parola. Alcuni studiosi la considerano una famiglia di lingue.
Estratto: il Padre Nostro
- Yayayku hanaq pachapi kaq,
- sutiyki yupaychasqa kachun.
- Kamachikuq-kayniyki takyachisqa kachun,
- munayniyki kay pachapi ruwakuchum,
- Imaynan hanaq pachapipas ruwakun hinata.
- Sapa p'unchay mikhunaykuta quwayku.
- Huchaykutapas pampachawayku,
- imaynan ñuqaykupas contraykupi huchallikuqniykuta panpachayku hinata.
- Amataq watiqasqa kanaykuta munaychu,
- aswanpas saqramanta qispichiwayku.
- Qanpan kamachikuq-kaypas, atiypas,
- wiñaypaqmi yupaychasqa kanki.
Storia [modifica]
Il quechua discende dal protoquechua, lingua che si parlava nella costa e nella sierra centrale dell'antico Perù e che si espanse fino al sud. Quando gli Inca si stabilirono nella zona di Cuzco, venne addottata questa lingua, sebbene essi parlassero il puquina. Nell'annettere i diversi popoli andini, gli Inca, imposero l'apprendimento obbligatorio del quechua, mantendendo le lingue dei conquistati come dialetti.
Durante il Vicereame del Perù, il quechua venne utilizzato come strumento per aumentare l'influenza degli Inca sui popoli andini e su quelli amazzonici.
Questa espansione, unita alla mancanza di un ente regolatore, propiziò la diversificazione dell'idioma in dialetti influenzati dallo spagnolo o dalle lingue autoctone regionali.
Tra le persone che parlano quechua, stanno sorgendo movimenti linguistici locali per la difesa della lingua. Inoltre, c'è un'intensa attività di poesia contemporanea quechua, soprattutto lirica.
Etimologia [modifica]
Quechua è la trascrizione spagnola della parola qishwa, che significa zona temperata. La parola nativa per l'idioma è runasimi (runa = uomo, simi = idioma) o sea, linguaggio umano.
Alcuni popoli adottarono il nome di quechua a causa del loro idioma, soprattutto i più settentrionali e influenzati dallo spagnolo. Anche i dialetti dell'Ecuador vengono chiamati quichua o kichwa a causa di una retrotrascrizione. Inoltre vi sono alcuni, come coloro che parlano gli idiomi della Colombia, che lo chiamano inka.
Distribuzione [modifica]
Questo idioma si parla in Perù, nel dipartimento di Nariño (Colombia), Ecuador, Bolivia, nel nord-est dell'Argentina e nella provincia di El Loa (Cile).
Dialetti [modifica]
A causa della sua antichità e della sua ancestrale grafia (durata almeno fino alla metà del XX secolo, la lingua ha ben 46 dialetti differenti raggruppati in due rami: Quechua I (o Waywash) e Quechua II (o Wanp'una). Quest'ultimo si divide, a sua volta di tre sotto-rami: A (Yunkay), B (Chinchay) e C (Meridionale).
Il linguista peruviano Alfredo Torero Fernández de Córdova, inoltre, li ha raggruppati in sette tipi:
- Ancash-Huánuco (I)
- Tarma-Huánuco (I)
- Jauja-Huanca (I)
- Cañaris-Cajamarca (IIA)
- Chachapoyas-Lamas (IIB)
- Ecuador-Colombia (IIB)
- Ayacucho-Cusco-Bolivia (incluso Santiago del Estero, in Argentina) (IIA)
Tipologia [modifica]
Fonetica [modifica]
Vocali [modifica]
Il quechua è pentavocalico, cioè cinque vocali (a, e, i, o e u) che possono essere modificate in presenza di particolari consonanti senza alcuna implicazione semantica. In presenza delle occlusive uvulari q, q' e qh, le vocali si pronunciano [ɑ], [e] e [o] rispettivamente, anche se vengono comunque scritte come a, i e u. Questo fenomeno si chiama allofonia.
Nei dialetti del nord si verificano allargamenti di vocali, rappresentati da una dieresi sopra le tre vocali, ottenendo: ä, ï, ü.
Consonanti [modifica]
| |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
Il quechua usa 16 consonanti, con una bassissima o nulla variabilità fonetica. Nel caso di consonanti occlusive, si presentano tre forme: semplice, glottizzata e aspirata.
Nei dialetti Wanp'una, che rappresentano quelli più parlati, la glottalizzazione o aspirazione della consonante, cambia il significato della parola, vengono quindi considerate come consonanti separate. Per esempio qata, q'ata e qhata significano, rispettivamente, coperta, torbido, pendio.
Al termine di una parola, in questi dialetti, la lettera q suona come [χ]. Per esempio warayoq (sindaco) si pronuncerà [wa.ɾaˈyoχ]. Nei dialetti parlati a Cuzco e in Bolivia, la q nel finale di parola suona come [ɦ]. Ad esempio llaqta (città) si pronuncerà [ˈllɑɦ.ta]
Inoltre, in alcuni dialetti Waywash di Ancash e Huánuco, la lettera q varia il fonema da sordo occlusivo [q] in sonoro fricativo [ʁ], con i medesimi effetti allofonici e s in [ʃ]. Queste variazioni marcano notevolmente l'intellibilità interdialettale, come in sunqu (cuore) che verrà pronunciato come [ˈsoŋ.qo] a Cusco e come [ˈʃoŋ.ʁo] a Sihuas. Non esistono altri casi di consonanti occlusive sorde, come [b], [d] o [g], salvo in alcuni prestiti dallo spagnolo, come bindiy, da vender (vendere) o Diyus da dios (dei); tuttavia si preferiscono sempre forme meno xenofoniche, come inlisiya per iglesia (chiesa).
Grammatica [modifica]
Nomi [modifica]
Pronomi [modifica]
Numero | |||
Singolare | Plurale | ||
Persona | Prima | Nuqa | Nuqanchis (inclusivo) Nuqayku (esclusivo) |
Seconda | Qan | Qankuna | |
Terza | Pay | Paykuna |
In quechua si usano sette pronomi personali. In quechua c'è la caratteristica singolare di avere due pronomi per la prima persona plurale: viene fatta la differenza tra il pronome inclusivo (come in italiano, nel noi è considerato anche il tu, "noi" e "tu"), dal pronome esclusivo ("noi" senza "tu"). Un'altra caratteristica è quella che viene aggregato agli altri pronomi, il suffisso -kuna per pluralizzarli.
Aggettivi [modifica]
Gli aggettivi seguono il sostantivo. Gli aggettivi quechua non ammettono il genere e il numero, accettano, comunque, declinazioni quando accompagnati da sostantivi.
- Numeri.
- Cardinali: ch'usaq oppure illaq (0), huk (1), iskay (2), kinsa (3), tawa (4), pisqa (5), suqta (6), qanchis (7), pusaq (8), isqun (9), chunka (10), chunka huk niyuq (11), chunka iskay niyuq (12), iskay chunka (20), pachak (100), waranqa (10.000), hunu (1.000.000), lluna (1.000.000.000.000)
- Ordinali. Per formare il numero ordinale, viene posto il termine ñiqi (o anche ñiqin) al numero cardinale (ad esempio iskay ñiqin=secondo). L'unica eccezione è che, al posto di huk ñiqin (primo) si può anche usare Ñawpaq ñiqin quando lo si intende più come iniziale, primario, il più antico piuttosto che primo nella numerazione.
Verbi [modifica]
Presente | Passato remoto | Futuro | Passato prossimo | |
---|---|---|---|---|
Nuqa | -ni | -rqa-ni | -saq | -sqa-ni |
Qan | -nki | -rqa-nki | -nki | -sqa-nki |
Pay | -n | -rqa-n | -nqa | -sqa |
Nuqanchis | -nchis | -rqa-nchis | -sun | -sqa-nchis |
Nuqayku | -yku | -rqa-yku | -saq-ku | -sqa-yku |
Qankuna | -nki-chis | -rqa-nki-chis | -nki-chis | -sqa-nki-chis |
Paykuna | -n-ku | -rqa-nku | -nqa-ku | -sqa-ku |
La forma all'infinito porta il suffisso -y (much'a=bacio; much'ay=baciare).
Gli altri tempi e altre forme verbali si formano anteponendo altri prefissi. Ad esempio -hti- per il condizionale. A queste se ne antepongono altre, come -ku-, per la forma riflessiva nel caso in cui l'attore e colui che subisce l'azione coincidano (ad esempio:wañuy=morire, wañukuy=suicidarsi); -naku-, quando l'azione è mutua (ad esempio: marq'ay= abbracciare marq'anakuy= abbracciarsi), e -chka- per il gerundio o per rendere la forma continua (ad esempio kay=essere, kachkay=stare e mikhuy=mangiare; mikhuchkay=mangiando).
Particelle [modifica]
Si tratta di parole non declinabili che non accettano suffissi. Sono relativamente rari. I più comuni sono ari (sì) e mana (no). Quest'ultimo ha una forma rafforzativa con il suffisso -n (manan). Sono frequenti anche le espressioni yaw (ciao) e alalaw (che freddo!). Ci sono anche alcune espressioni derivate dallo spagnolo (ad esempio piru deriva da pero, che significa però).
Sintassi [modifica]
È una lingua di tipo sintattico Soggetto Oggetto Verbo. In una frase, generalmente, sarà quindi questo l'ordine. Alcune caratteristiche sintattiche sono:
- [aggettivo] + [sostantivo] (Sumaq t'tita=bel fiore)
- [possessore] + [posseduto] (Urpita punkun=la porta di Urpi)
- [preposizione subordinata] + [nucleo] (Mikhuyta muan=occorre mangiare)
Vocabolario [modifica]
Come riflesso di una cultura che ebbe un notevole sviluppo nel campo dell'ingegneria agraria, il quechua contiene molti vocaboli vocaboli inerenti specie piante e animali. Sono presenti numerosi vocaboli riguardanti anche le tecniche utilizzate, alcune delle quali ancora in essere.
Sono altresì importanti le parole di relazioni interpersonali che costituiscono una parte molto amplia dell'idioma. Sono presenti molti suffissi di cortesia.
Sebbene si possa notare una relativa semplicità nei vocaboli soggettivi, si ricorre spesso alla metafora.
Scrittura [modifica]
Si dibatte spesso se esistesse la scrittura nel periodo preispanico. Si pensa che i quipu (sistema di corde di lana e nodi utilizzati per comunicare) e i tokapu potessero essere gli strumenti per una sorta di scrittura del quechua. In realtà gli studi su questi strumenti sono ancora in alto mare. I cronisti coloniali impiegarono diverse forme per rappresentarla con la grafia spagnola, senza avere nessun riscontro e senza rappresentarla in modo scientifico.
Il 29 ottobre 1939 si approva a Lima (Perù), durante il Congersso Internazionale degli Americanisti, un alfabeto per le lingue aborigene americane, che consta di 33 segni.
Il 29 ottobre 1946, il Ministero dell'Istruzione del Perù, approva l'alfabeto delle lingue quechua e aymara, con 40 segni utilizzabili negli abbecedari per l'alfabetizzazione rurale pensata dall'ente.
Nell'agosto del 1954, durante il III Congresso Indigenista Interamericano, a La Paz (Bolivia), viene approvato l'alfabeto fonetico per le lingue quechua e aymara.
Nel 1975, il Ministero dell'Istruzione peruviano nomina una Commissione di Alto Livello per realizzare la Legge di Ufficializzazione della Lingua Quechua. Contiene l' Alfabeto Basico Generale del Quechua, approvato dal Ministero mendiante la Risoluzione Ministeriale n. 4023-75-ED.
Questo alfabeto, che è quello utilizzato attualmente, impiega l'alfabeto latino. La grafia, fatta eccezione per le vocali u e i, rimane invariata (mantiene una sola pronuncia). L'utilizzo del punto interrogativo è solo didattico, in quanto in quechua si usano i suffissi -chu, -tah e -ri. Analogamente, anziché il punto esclamativo, viene utilizzato il suffisso -ma.
sabato 27 settembre 2008
venerdì 26 settembre 2008
il diario di un viaggio che devo ancora fare
la cui prima tappa è prevista per quest estate
il diario di un viaggio che è cominciato 3 anni fa
quando ho conosciuto mia moglie
un casino di fratelli e cugini
musica latino americana
pollo patate riso birra
questo blog è una raccolta di cose a caso sul perù
fino a quando non conterrà le foto che farò di persona
là
dall altra parte dell oceano
ecco un video a caso sul perù
la lingua è quechua
come diceva l alquimista, quando un uomo desidera ardentemente una cosa, tutto l universo cospira perchè questa si realizzi. e così, visto che io non andavo in sudamerica, il sudamerica è venuto da me. è venuto in forma di un angelo dalla pelle scura, in forma di donna. dai capelli neri come la notte e il cuore grande come l america.