IL MIO PERU,
RESOCONTO DI VIAGGIO
INTRODUZIONE:
APPENA RIENTRATI IN ITALIA,SENSAZIONI
Mi fanno male le gambe e sono un uomo più ricco, ho visto una sola Meraviglia ma tanti tanti meravigliosi uomini e donne, ho attraversato un oceano solo per fare una vacanza e sono cresciuto, ero andato solo per divertirmi ma ho imparato tante cose, ho imparato dal Perù ad avere rispetto e timore delle montagne, ho imparato a vedere una strada dove prima non avrei visto un sentiero, ho imparato ad avere paura di quella strada, ad abituarmici e a rimpiangerla quando ho imboccato una strada peggiore, ho visto coi miei occhi che c’è gente che vive una vita dove non passeresti una notte, ho imparato dal Perù che se dai un nome a un gruppo di 8 case sperdute in mezzo al nulla, tra le Ande, quelle 8 case diventano un paese e dà più sicurezza attraversare un paese che non 8 case dimenticate da Dio da qualche parte tra le Ande, ho imparato che Dio non dimentica niente e ho imparato che quando le Ande le stai attraversando, con una macchina che non è stata concepita per farlo, e stai su una sola strada da centinaia di km, che una strada sola c’è, e a un certo punto c’è un bivio e nessun cartello che indica la via, e nel serbatoio non c’è abbastanza benzina per tornare indietro né per tentarle tutte e due, ho imparato che quello sì è un problema e non quelli che ho tutti i giorni, ho imparato che poi la stessa identica cosa ti può succedere giorni dopo in mezzo al deserto e quando fermi la macchina e scendi e volgi lo sguardo da tutte le parti e non vedi niente all’orizzonte nient’altro che deserto e non ti ci abitui a una cosa così e quello sì è un problema e ho imparato dal Perù che i problemi poi alla fine li risolvi sempre e che alle volte ci preoccupiamo troppo, ho imparato dal Perù che una festa poi è una festa da questa e da quell’altra parte dell’oceano ma da questa parte dell’oceano di feste ne facciamo troppo poche, e nessuna così, ho visto in Perù feste incredibili, coloratissime e rumorose coinvolgere un paese intero, coinvolgermi, ho visto un paese chiedere alle montagne che benedicessero una mucca, ho visto un paese fare una festa ogni giorno a una mucca diversa, più e più giorni di seguito, ho fatto feste alle mucche e ho ballato con le mucche, ho anche ballato con tutte le donne del paese e ho bevuto il trago, ho imparato dal Perù che l’unico vero modo di conoscere un Paese e il suo popolo non è guardare ma partecipare, non è studiarlo ma viverlo e ho visto che alla gente piace chi ha voglia di partecipare, chi ha voglia di vivere, ho visto in Perù l’allegria e i colori, ho visto la povertà e la dignità nella povertà, e ho imparato a non dare per scontato tutto quello che davo per scontato, ho imparato a mangiare al rovescio e a convincermi del fatto che invece ero io che avevo sempre mangiato al rovescio, ho visto 9 persone in una sola macchina e mi sono stupito e un’altra volta 6 persone e 3 pecore in una macchina e non mi sono stupito più, ho visto il camion della spazzatura passare per le strade con la musica a tutto volume e l’uomo che raccoglie la spazzatura seguire il camion ballando come il più invasato dei ballerini, ho visto la bellezza, ho visto cambiare tanti paesaggi diversi e ho conosciuto il microclima, ho imparato a fare la spesa nei campi e dai contadini, ho riso, mangiato e bevuto così tanto che non mi sembra vero, e non mi sono mai divertito tanto in vita mia, ho visto e vissuto il paesino dov’è nata la donna che amo e mi ci sono innamorato, ho sentito profumi, assaggiato sapori e ascoltato suoni, ed erano tutti nuovi!, ho imparato parole di una lingua dimenticata e a cucinare in una buca in terra, ad andare a letto presto e a svegliarmi col gallo, e a stare sempre in compagnia, ho ricevuto tanti di quei regali, materiali pure, costosi anche che poi quando sai che la loro moneta vale un quarto della tua lo apprezzi pure di più se possibile, e ti chiedi come fanno a non farti mai mancare niente, e ho ricevuto regali anche non materiali se è per quello, attenzioni, considerazione, cure, sorrisi e perle di saggezza di quelle che ci rimani lì come uno scemo, da anziani, coetanei e ragazzini pure, ho imparato a respirare bene a più di 3000 metri sul livello del mare, e a ballare senza fiato e a suonare la qenua pure, a suonare “il condor pasa” anche se poi loro dicevano che quando suonavo io il condor non voleva passare e a ballare a ballare e ancora a ballare in quel paese in quella pampa e ho imparato che la strada per arrivare in quella pampa è lunga e dura ma di sicuro ne vale la pena e che alle volte, questo è sicuro e non più illuminante ormai, la strada per arrivarci è più importante della meta, sì ma per come sono fatto io quando quella meta l ho raggiunta non me ne sarei andato più, perché c’ ho trovato un tesoro in quella pampa, perché ero andato per fare una vacanza e invece ho trovato una famiglia perché sono stato accolto come un figlio e come un fratello e non credevo di trovare tanto e quando sono andato via mi è entrata un po’ di sabbia negli occhi.